Sunday, July 09, 2006

Kifissia, il bosco delle principesse.



E’ stato amore a prima vista. Degli amori che con la conoscenza piu’ approfondita, si consolidano e durano a lungo.

Kifissia e' situata nella parte interna piu' a nord della penisola di Attica, un tempo luogo di villeggiatura, ancor prima fermata di ristoro per viandanti, oggi completamente inglobata dalla megalopoli.




Due parole per Atene.

Chiunque vi sia passato non avra’ fatto a meno di avvertire una scomoda incongruenza tra l'aspettativa mitologico-repubblicana e l'anarchico-verista architettura odierna, che si trova invece dinanzi.

Oltre cinque milioni di persone stivate in una giungla di abitazioni bianche, tentativo estremo di respingere cromaticamente l’insistenza dei raggi solari. Avida di colore verde, rocciosa....paradiso degli spiriti balneari, inferno di quelli metropolitani. Unico comune denominatore architettonico, la visibilita’ degli elementi esterni dei condizionarori d'aria, con relativi cavi. L’acropoli simbolo di virtu’divine sembra ora dominare sulle umane miserie...




Che sollievo per il viaggiatore l'abbandono dell'arida roccia arroventata, per la freschezza umida dell'ombra...

La prima volta di Kifissia ebbi l' impressione di essere piombata come Alice in una fiaba divenuta realta'. Ma lo scenario non e’ di Andersen e' puro Kinder und Hausmärchen.

Per sentirsi come Rapunzel o Gretel basta fare due passi a piedi per Kifissia. Non mancano neanche i castelli. I ricchi di un tempo almeno acquistavano un ettaro di terra per fare un unica abitazione. Quelli di oggi si accontentano di vedere il verde dalla finestra e costruiscono il loro palazzo a ridosso del proprio confine.

Non e’ un caso che i regnanti avessero scelto la loro dimora nei paraggi e vi avessero importato ancora nuove piante, magari esotiche o tropicali. La latitudine e l’umidita’ del luogo combinate ne fanno l’oasi per fauna e flora.

Ormai fa parte di me. Ha preso un posto tanto grande quanto quello della mia Toscana. La amo. Ho paura che qualcuno la deturpi. Mi sento fortunata di trascorrere una parte della mia vita in questa oasi. Temo le costruzioni selvagge che si stanno susseguendo ad una velocita' impressionante. Le case consentite (se proprio vogliamo parlare di edificabilita’ del paradiso) dovrebbero essere puntini minuscoli ai piedi degli arbusti ultracentenari........

Gli alberi della strada dove abito non lasciano passare i raggi. Il sole che penetra puo’solo arrivare filtrato attraverso le nervature delle latifoglie o fare capolino timidamente tra l’imponenza dei sempreverdi.


No comments: